giovedì 21 aprile 2011






Che strana Pasqua

6 Aprile 2009
di Cingolo Cristofaro


Domenica, pensavo alla settimana che ci avrebbe portato alla Crocefissione di Cristo preparandoci alla sua risurrezione. Anticipata dalla domenica vissuta, con la festosa gioia di accogliere il Signore con la palma. Ben sapendo, che a questa festosa giornata avrebbe seguito la settimana di meditata sofferenza, per accompagnare mentalmente, il patire e la morte di Cristo con le varie, Vie Crucis, organizzate dalle chiese a memoria della salita sul calvario di Cristo, fino alla sua Crocifissione.

Pensavo e meditavo sul Cristo uomo: si addossa le nostre colpe, si fa carico dei nostri peccati, e ci indica la remissione dei peccati attraverso Lui. … La  sua verità ci conduce sulla via che ci conduce alla vita eterna.

Dico la verità, queste giornate per me sono tremende. Non amo la sofferenza: sia essa mia o di altri,  in silenzio aspetto che la settimana passi, chiedendo perdono a chi, innocente, deve soffrire per colpe altrui. Sarò un egoista ma, vorrei tanto che il dolore, i giorni di passione finiscano presto e ci appaia Cristo splendente di luce trasfigurata di Santità Pasquale. Amo; il Cristo è risorto: Gloria a Dio nell'alto dei cieli!    


Lunedì mi sveglio, e non so perché, forse per la settimana vissuta male per dei miei problemi personali mi alzo con una vena amara: nervoso, e non so darmene una spiegazione logica.
Ancora con dei residui di malessere, accendo il televisore come ogni mattina, mentre mi accingo a prepararmi il caffè: apprendo della catastrofe in Abruzzo. Case distrutte, disperazione sui volti degli intervistati, incredulità espressa a domande idiote, fatte dai cronisti al solo scopo di fare e ottenere lo scoop. 


Abbasso la testa, forse per l’età o altro sento gli occhi che mi bruciano. Cavolo a una certa età si diventa teneri si piange al solo accenno di sapere che ci sono persone che soffrono: ma quanto soffrono? … Per saperlo, resto inchiodato allo schermo si parla di dieci morti che subito salgano a venti, poi a …. Non mi interessa il numero, nemmeno il momento: la settimana Santa da vivere.   

Povera gente: cosa dico? Blasfemo! Miei cari fratelli! Sangue del mio sangue! Siete voi la via Crucis di questo calvario settimanale che ci porterà alla Pasqua! Ci farete rivivere sulla vostra pelle i giorni dell’innocente! Di chi non colpevole, muore per gli errori di incoscienti che per arricchirsi hanno risparmiato sul cemento “penso alle costruzioni fatte di recente”. Mi chiedo: dov'è la vostra gloria! Dove possiamo raffigurare la vostra passione? Fateci vedere la vostra resurrezione! Per i peccati di chi avete donato la vostra vita? 

Mio Dio! Riesco a sentire le vostre sorde grida che dalle macerie escono e implorano: Elì, Elì lemà sabactanì? E dopo: Padre, perdona coloro che non sanno cosa hanno fatto!   

Ho spento il televisore, mi son chiuso nel mio riserbo pregando Dio per queste anime innocenti soffocate dalla polvere e dai detriti sotto le macerie. Dimentico il mio malessere e piango, piango  per le persone che, pensavano alla Pasqua di resurrezione diversamente, conforme, alla loro età, lontano dal pensare che loro stessi, sarebbero diventati simbolo dell’innocenza da meditare per una settimana da vivere con la morte nel cuore.

Auguro la Pasqua del Signore ai tanti che ci portano a sperare nella vita eterna, mostrandoci la morte terrena.
Auguro a tutti questi fratelli in Cristo, di poter mangiare la pasqua del Signore, sedendo alla mensa di Gesù il risorto.

Riflessione del 21 Aprile 2011. Nulla è cambiato.


Cristofaro Cingolo