lunedì 16 gennaio 2012

Labirinto di sentimenti.



Labirinto di sentimenti.

Il labirinto di sentimenti m’invade. Anima e corpo deviano, attirati dal primo incrocio. … Seguo il corpo, assecondo i passi, oltre non vado. Mi lascio andare e sto: non reagisco e vado. Lì mi attende l’incognito incontro. …. …. È quello di cui parlo e cerco?

Aspiro ad ambiti che non mi appartengono; illusioni frettolose che, una volta pensate e decise, mi pento di portare avanti e lascio stare. … Proseguo e dico: ci penserò domani.

Il concreto, “rifiutato dal sentimento primario” resta nascosto nel labirinto, sia pur virtuale, di chi non crede, lì tra incroci ingannevoli e alte siepi, scelte per nascondere chi in cerca di visibilità, vuole sfuggire al virtuale immaginario per rendere chiara la sua presenza: la sua esistenza.

Decifrabile è il capir, ancor di più è, l’accettar di seguire la perenne solitudine. … Lei, l’ombra, avanza inesorabile e tenta di agguantarmi: è una finta ed io lo so. Schivo la presa: la guardo.

Ferma, poco distante, mi arride è sta lì, gelida, ad attendermi. Al mio fermo, con voce sguaiata mi chiama: lei è sicura, si esalta e con gridi rapaci, pronta mi afferra.

Indifeso, mi attengo al gesto, chiudo gli occhi, e privo di volontà, avanzo “almeno credo” insieme a lei. … Dove mi conduci dannata schiuma? … … Ipocrita lisciva senza senso? …

Chiedo, all’ultimo barlume rimasto a comprenderla, di aiutarmi e difendermi, prima di abbandonare ogni difesa e seguirla.

Sghignazza la perfide illusione, ennesimo miraggio ingannevole; sghignazza, pronta a farmi credere che, la scelta in fin dei conti, in ultimo, sia sola mia. Ubriacato da un debole spirito, inalato per offuscare verità scomode, accenno ad incolparla e dico: “Dannata essenza metafisica, ancora una volta l’hai avuta vinta tu!”. E resto chiuso nell’immaginario labirinto della mia coscienza ad attendere una risposta che mai arriverà. … Stupida esaltazione delle debolezze altrui, se puoi, solleva almeno me dalla colpa di cui mi macchio a mia insaputa: “Ingenuo elemento, nato per apprendere e che, alla conoscenza del piegarsi, rifiuta il concetto suddito”.

Allora! Se mi ritieni un soggetto debole, perché non hai il coraggio di prendermi per mano? Perché tra i tanti, dannata divoratrice dei deboli hai scelto me?

Sperso, impaurito come un bimbo, vago nel labirinto dei sentimenti; ancor non trovo la mano ferma, intenta, pronta a guidarmi. A tirarmi fuori dal labirinto, persecutore infingardo!

Strega d’altri tempi, ombra sovrana che cali sui deboli inermi. Oscura conoscitrice di labirinti mentali, costruiti dentro tenere lacune indifese, di chi aspira a essere messo in luce, abbattendo riserve mentali oppresse, dove il timore d’errare, perseguita l’insicuro.

Merita astio, il non volermi conoscere. Spregevole anatema ti verso addosso; tu che condanni l’essere sol perché, non lo conosci. … Son certo che, il labirinto che mi tiene imprigionato nulla sa di me, e ignora le richieste invocate per tirarmi fuori. Gli parlo e gli do del tu.

Maledetto labirinto, smettila di deviare ed occultare le uscite! Di respingere il conoscermi, e non permettere ad altri di poterlo fare! … Io sono io. E lo grido!!! Smettila di tenermi prigioniero e lasciami andare!



Cristofaro Cingolo