lunedì 2 maggio 2016

Genio e follia.





La follia trasforma il genio; da vita alle fantasie che il reale si nega. 

Mi son chiesto diverse volte del perché, chi scrive o dipinge, ha bisogno di sollevarsi dal peso della sua gravità reale: quella che ti tiene saldo alla terra, chiuso nella razionalità che non ti permette di andare; inclusa il pressappochismo di cui ci rivestiamo, e che annulla, sincerità e verità di coscienza.
Quella che, per dirla e mostrarla come la vedi, devi dissociarti dai parametri imposti da un perbenismo ipocrita, vietandoti d’essere la persona sincera e pensante che sei, chiedendoti di essere quello che non sei per apparire come gli altri ti vogliono vedere. Un qualcosa che non ti appartiene.
Possiamo chiamarla società, religione, politica, ideologia avversa. 
Lo scrivere, dipinge, scolpire; il dire. Cose che per farlo come senti dentro di te, devi fantasticare, annullarti. … Scrivere, dipingere e altro, puoi farlo, allontanando da te lo spettro della gravità imposta dalla concretezza. … Per entrare e sentirti dentro una realtà a tua misura, vera, da capire solo entrando nel tuo medesimo stato d’animo. … Ossia, quella interiore.
La realtà vista diversamente dagli obesi mentali è rifiutata dal genio libero. Colui che si apre alla conoscenza del non probabile. La realtà è difficile da trasmettere in sobrietà a coloro che hanno una visuale ristretta, diversa; appesantita dalla gravità dei piedi che ambiscono a toccare la terra per sentirsi al sicuro.
Bisogna essere folli per vivere la vera dimensione dell’inconscio; alzarsi senza timore di sembrare buffi, sulle punte dei piedi. Volare senza ali, adoperando lo spazio cerebrale infinito. Solo così puoi superare e capire, dove finisce la mediocrità del falso vivere. ... Guardare velati il reale, dando spazio a quel surreale che altri non riescono a percepire vietandosi il bello. Sbeffeggiare il quotidiano, falsificato dal riluttante quotidiano ed dare vita al genio creato al momento, da te che riesci ad alzarti al disopra dei mediocri, fermi ad aspettare l’attimo che mai arriverà. 
Un perbenismo di comodo e ingiurioso, guida il sobrio. … Ciò che l’artista si nega; lui il mondo lo vede e lo plasma, diversamente. Lo decanta, lo dipinge e lo riporta con il suo senso alterato ai sensi pochi conosciuti, e a chi non ne ha sviluppati altri per non sembrare un folle. Gli occhi, le orecchie, l’olfatto, possono darti il reale percepito da tanti, ma non ti lasciano entrare nel senso di follia che esprime altro. Chi vuole volare, deve entrare nel corpo di un uccello. Chi vuole provare a sentirsi libero, deve immedesimarsi in un animale che ha smesso di essere braccato, chi vuol sentirsi creativo deve rinunciare a copiare. Per essere nel mondo, devi essere il mondo.
Noi siamo gli stessi, nel momento in cui siamo capaci di dire e fare, di andare oltre la nostra volontà e, fuori dalla volontà di terzi.
Se non capite, vuol dire che siete legati alla terra e non siete capaci di sollevarvi. .. Per comprendere ciò, come gli sciamani, dovete rinnegare la terra e sollevarvi, raggiungendo il confine tra l'essere e l'esistere. … Noi tutti esistiamo, ma pochi possono dire di essere gli artifici di chi esiste.
Spogliarsi e rivestirsi di abiti guida, richiede fiducia verso chi si affida a te. Per essere guida devi mostrarti per quello che sei.
Capirlo è difficile; nessuno deve importi nulla. … Il pensiero corre veloce e tu non puoi raggiungerlo, se lo fai, puoi ripensarci e annullarlo. Il pensiero va lasciato libero. Deve correre davanti a te e farti strada. La creatività deve essere leggera, non deve avere zavorre mentali dovute alla gravità che ti vorrebbe, logico e, con i piedi ben piantati alla terra. … L’arte è leggerezza senza pesi inutili. 

Cristofaro Cingolo.