giovedì 29 dicembre 2011





AUGURI PER UN BUON 2012 PIENO DI AMORE E PACE.  
DA 
CRIS IL MONDO DESIDERATO.

lunedì 12 dicembre 2011

STRAY DOG


Stray dog.

 Stray dog, poteva sembrare inanimato, un oggetto anonimo per chi distratto non lo osservava attentamente. Invece, era lì accucciato nell'angolo esterno, inizio marciapiede, con la testolina poggiata sulle zampine anteriori e lo sguardo spento. Il vecchio cane non aveva nemmeno la forza di muoversi da quel posto, poco opportuno e poco sicuro per riposare senza essere calpestato. La gente che passava di lì, per non inciampare e cadere, doveva guardare bene dove metteva i piedi. Stray dog era stanco, debilitato. 
Tutto il giorno, poveretto, aveva vagato per la città, alla ricerca di chi gli dimostrasse un po’ d’affetto, avrebbe rifiutato pure un osso per una carezza. Ma non aveva ricevuto nell'uno nell'altro.
Stremato, affamato e intristito, restava li, senza muoversi con i suoi occhioni languidi, alla ricerca di una persona che gli dedicasse un po’ d’attenzione.
Per leggerlo andare su LULU.

venerdì 25 novembre 2011

25 NOVEMBRE; CONTRO VIOLENZA SULLE DONNE: GIORNATA MONDIALE.


Analisi di uno stupro
La gente non ha molta fiducia in noi psicanalisti. A giusta ragione pensa che non facciamo nulla di utile alla medicina: per lo meno a quella che salva la vita.
Ho scelto questa disciplina, tra le tante, per non restare in un ospedale tra formalina, etere e disinfettanti. Ai guadagni ospedalieri, preferisco quelli cazzuti di malati immaginari, pieni di fisime e masturbazioni celebrali. ….
Possono farmi pena, con le loro stronzate e sensi di colpa. Sfoghi narrati per pentirsi; spesso di pseudo tradimenti, a volte mentali più che reali. …. Mi viene da ridere quando queste stronze di donne, insoddisfatte mi vengono a dire di aver tradito il marito durante la notte con Raul Bova, Richard Gere: povere pazze come se i sogni notturni che le appagano fossero realtà. Cazzo e ci credono per davvero! Non riescono a capire che è frutto della loro immaginazione! … Alcune vaneggiano, per mancanza di sesso: chi vuoi che si scopi queste emerite stronze rifatte con labbra adatte a fare pompini e sederi sporgenti giusti in altezza per essere inculate? … Tante di queste stupide vecchie da salassare, si accontenterebbero di cenciaioli e pescivendoli che, per non pagare una puttana, sborrano senza ritegno, dentro un cesso come loro.
Mia moglie mi accusa di essere un maschilista. Ahi voglia di dirle, sono solo realista e sfrutto l’incapacità di chi ha i soldi e vuole spenderli per credersi vittima di un sistema che le vuole in analisi per calmarle dalla sofferenza per mancanza di cazzi e di noia.
Frustrate a cui basterebbe del placebo per accontentarli. ... “Un vibratore ad esempio”.
Annoiato apro la porta dell’appartamento in cui esercito la professione. I miei pazienti arrivano dopo aver prenotato, oggi, sono solo tre, dovrei sbrigarmi prima del tempo. Così ho anche il tempo di farmi una scopata con la signora del piano di sotto che, in ogni occasione non perde tempo a dirmi: di vivere la sua insoddisfazione sessuale guardando un film porno. Ecco perché preferisco guadagnarmi denari lontano da patologie vere che, una volta a casa, puoi lavarti quanto vuoi, ti resta addosso per un bel pezzo, la schifosa puzza ospedaliera, compresa quella del sangue che, ad alcuni eccita, e a me fa vomitare: mi anticipa la puzza di morte. Alla mente mi ritorna il piccolo problema adolescenziale avuto con mia figlia. … Nadia di 11 anni.
Uscita di scuola, prima di mettersi a tavola, la ragazzina si è avvicinata a me e dice.
-Papà oggi a scuola un ragazzo mi ha toccato le tettine! Sono scappata via e l’ho riferito alla mia insegnante che lo ha preso per le orecchie e l’ha portato dalla preside!-
La prossima volta che ci riprova, tu fai una cosa; prova mettergli la mano sul pisello e stringi chiedendogli di fischiare se ci riesce. … Vedrai, s’inibirà e non ti darà più fastidio. Gli uomini se una donna prende l’iniziativa, di solito perdono ogni velleità di maschio. 
Aperto la porta dello studio, tolgo il taccuino con gli appunti della precedente analisi dalla poltrona su cui si stendono i miei pazienti per i loro vaneggi. … Svuoto la ceneriera riempita dai nevrotici pazienti per sopperire alla carenza affettiva, con boccate di fumo malsano.
Queste persone chi sa perché, più non stanno bene con se stessi tanto più si aggrappano alla sigaretta ingoiando il fumo come antiinfiammatorio celebrale.
Il primo paziente prenotato, soffre di mania di persecuzione lo faccio distendere e lui mi racconta dei tre giorni trascorsi con il dubbio che, sia il suo datore di lavoro, a perseguitarlo per una disputa scaturita da un colle, chiuso senza metterci dentro il vaso di Capodimonte chiesto dalla cliente. Lui sosteneva di avercelo messo, ma dal peso del pacco, era tangibile che non contenesse altro che paglia.
Il secondo rinunciò alla visita, e la terza paziente donna, dopo le prime risposte, si addormentò tutto il tempo che durò la richiesta d’informazioni sugli atti di cleptomania d’analizzare. … Non avevo voglia di stare lì ad ascoltare le difese programmate di chi si porta dietro una persona che paga le sue ruberie nei negozi e lei, fa conto di non saperlo.
Ho preferito lasciarla dormire, immaginandomi presto nel letto della biondona, a cui tra poco avrei dato modo di succhiarmi la minghia. In solo: un’ora e mezza di chiacchiere, avevo guadagnato trecentocinquanta Euro, emettendo una sola fattura da cinquanta, da riportare nei corrispettivi e non consegnata al cliente che mi avrebbe portato altri soldi, e due chiacchiere in più tra tre giorni.
Ero pronto a chiudere la porta, quando una donna sui quaranta, insieme a una ragazza di non più di quattordici anni, che si nascondeva dietro la madre, restò a fissarmi senza entrare. 
- Buon pomeriggio: posso fare qualcosa per voi; cercate qualcuno?-
- Cerchiamo uno psicologo: siete voi?-
- Guardate, … se non avete una prenotazione non posso accettarvi in analisi! … Volete prenotarvi? … Diciamo giovedì … vi va bene giovedì?-

- Mia figlia è stata stuprata: … la notte non riesce a dormire. Il medico di base ci ha detto che ha bisogno di uno psicologo. L’assistente sociale ci ha riferito che quello di routine, in questi casi, non è un gran che, sono pagati dallo stato e non aiutano. Per questo abbiamo scelto voi: … Bastano cinquanta Euro?-
Non potevo lasciarle lì sulla porta, dieci minuti potevo concederglieli gratis, almeno per sapere su cosa dovevo prepararmi. Gli occhi bassi della ragazza, poco più grande di mia figlia Nadia, restarono bassi per tutto il tempo. Si vergognava di guardarmi e questo, mi fece temere il peggio. … Sono un maschilista, ma se toccano, bambini e ragazze indifese, divento un boia che vorrebbe tra le mani chi le tocca, per vivisezionarli senza adoperare anestesia.
Pregai la madre di attendere nell'entrata e di lasciarmi parlare pochi minuti da solo con la ragazza. All'acconsentire della donna, senza toccarla indicai alla piccola di sedersi sul lettino e, se ne aveva voglia, di stendersi mentre le parlavo. Nel frattempo avrei preso appunti e poi avremmo discusso.
La piccola Elisabetta “così si chiamava”, acconsentì e impaurita, senza degnarmi di uno sguardo, andò a stendersi al posto che le avevo indicato.
Nel farlo, dentro i pochi metri che fece, la piccola pur indossando un paio di Jeans, tendeva a tirare giù la maglietta come per coprire una nudità che non c’era. Di sott'occhio la guardavo e pensavo a mia figlia: la piccola Nadia. Come mi sarei comportato se al posto di quella ragazza oggi c’era mia figlia? … 
Per continuare a leggere andare su LULU.
Cristofaro Cingolo

sabato 19 novembre 2011

FOLLE POETA



                           



Folle poeta

Il poeta tace,
l’assurdo lo confonde,
tace.
Denigra gli irriverenti,
offesi dal poco,
assolve i mesti addii,
irridenti e falsi, a occhi smaliziati.
Opache sono le sentenze dei dannati,
siano essi assolti da pregiudizi,
oscenità e blasfemia.
Il buio è illuminato da false luci,
chi crede e sa, ne sorride e tace,
nel buio c'è il nulla infame,
lo temono gli altri, io no!

Nel buio vedo, vado oltre,
raggiungo me stesso e te.
A te lascio la luce,
il sorgere del sole,
illusione pronta a creare ombre,
a mimetizzare il vero.

Nel sommerso lascio me,
resto lì tra demoni e illusioni,
a tendere la mano,
a cercar appigli strani,
tendenziosi e innocenti righi.

Scritti profetici mai esauditi,
risposte vaghe, senza logiche verità.
Prediligo il buio per ritrovarmi,
e mi ritrovo,
lì dove la luce manca,
e il suono tace, diventando oblio.

Piano dissolvo il mistero,
mi confronto con ciò che nego,
guardo e invidio te, stolto,
anima in pena, desideroso di luce.

Aspiro l’attimo,
nel dubbio ritrovar vorrei,
coscienza e sentimento.
Mi opprime l’essere,
mi rispecchio, non rifletto,
riconoscermi non saprei..

Mi affido al buio per ritrovarmi,
respiro insano,
ecco mi ritrovo!
Resto lontano,
pensando, ... Dio!

Cristofaro Cingolo



lunedì 14 novembre 2011

LA MIA PICCOLA:





La mia piccola.

Non tremare piccola foglia,
la rugiada è una lacrima dolce,
t’accarezza e bacia il velluto.

Il sole riscalderà il verde glabro,
e lei proteggerà la tua nudità.

Non temere piccola foglia,
non difenderti dall'ombra,
ti coprirà: non ti farà sua.
Sa che ami e chi riscaldi,
e quando sarà, s’allontanerà.

Respira tenera foglia,
il vento soffia, fa paura.

Ma tu non aver paura,
il vento non staccherà il picciolo,
ti terrò la mano stretta, stretta.

Cristofaro Cingolo.

martedì 1 novembre 2011

Canto senza senso, per chi non vuol comprendere.




Canto senza senso, per chi non vuol comprendere.


Astruse leggerezze richiamano il presunto stare, quando nel silenzio la voce grida all’inatteso  gridare.
Un ambiguo stratagemma, falsamente riconducibile, a un rumore inutile.
Furviale inizio di consapevoli attitudini, lascivi, privi di risonanze inutili al sopravvivere.
Misero esempio di essere al di sopra di ciò che non sai, e non sei.
Reputi logaritmo il tempo invasivo, e ti lasci avvolgere da sensi di dissenso.
Inesperto del potere occulto, ti mostri cosciente, del tuo animo, lascive ti avvolgono spurie di sapiente concretezze. Come esempio, porti al mondo, ciò che non conosci e nei sei certo per partito preso.
Privi di ciò la verità e neghi al postero, tuo discepolo, il primo esempio di inquietudine.
Lo lascia privo di certezza, per dare esempi in tuo possesso e che tu credi reali.
Sei certo della ragione, per cui, dai un senso a un inutile falso, in cui si sia convinti che, si possa ricavare la verità.
Sarai l’unico a dire il vero nel falso, ossia, quando la terra su cui vivi, verrà meno per tua indecisione, sarà il momento di dire: avevo annunciato ciò, per cui, era predestinato il fine.... Follia inutile! Presunzione lampante di credere che sei tu il genio della lampada.
Miserabile opportunista, cosa ti costa scandire il tempo, quello vero si intende, non quello che tu pensi sia valido al fine? ... Bestia senza senso, che percorri il disastro di sempre.
Trovando nell'immediato la soluzione opportuna, la via più facile da percorrere trovi ed è quella che, si annulla al primo ostacolo. Infame!
Lascia perdere se non sei convinto. Il saggio usa dire: il tempo farà quello che tu non sei stato capace di fare, fermati ora che sei in tempo e non andare oltre, ... domani sarà tardi.
Stolto, è l’esempio, quando vuoi, puoi esaltare l’idea di chi poco ha, contro la consapevolezza dell’essere. Falsamente, trascini con forza esempi dove vuoi, seguendo la tua logica, ma nessuno ti verrà dietro. L’erede del potere ti segue indisciplinato e attende, presto tu resterai a comprimere il nesso di quello che ti era chiaro e, in un attimo, hai perso.
Lungimiranza di un esodo annunciato con un’opinione inverosimile, che nasce, dal senso, e dal dissenso, inutile alla alla descrizione effimera di cui affermi.
L’esistenza sorvola affascinata il sogno, e scontrarsi al risveglio con la dura esistenza di sempre, le da affanno, le evita di affrontare ad occhi aperti, la dura realtà della vita.
L’incipiente attitudine a non farsi avanti, oltre, all’abitudine di mettersi sulla difensiva, quella di cui, s'avvede l'insicuro, riesce a sproloquiare e nel contempo, dissentire le affermazioni atte a negare e, a non affermare nulla, per non lasciar trapelare il senso del discorso. Plausibile intesa verso chi, ne traccia un profilo al quanto simile all'originale.


A questi si può affermare e dire: lascia stare, soffermatevi a riflettere sul domani, se lo stesso scritto, avrà per voi senso.
E chi ora non comprende, sarà stupito di apprenderne e afferrarne il senso, leggendo dove chi ha scritto pensa, ma non dice, per non compromettere la sapienza altrui.
E con uno stupore infantile grida: svegliatevi dai vostri accerchiamenti riduttivi di sapienza non dormite! E ancora grida: cosa imprimi e sostieni, nel possibile dare! Le tue inconsapevoli certezze si rifiutano di assisterti e le comprendi, ma sorridi allo scherno e temi il peggio!
Vivi sobrio, tranquillo: non agitarti, il tempo lavora per te e non sai quanto. Sorridi agli impropri scettici. Inutile dirti di confrontare la verità al vero, sai bene che di tanto te ne freghi e vai al sodo. Reputi, omnia sequenza un futuro ambiguo, lasci attribuire un falso al pensiero vero.
Discorso vano per chi crede nelle apologie retrograde, tutte a senso unico. Non  recriminare ciò che non esiste, al potere logico, usa l’ardua sentenza. Tutti capiranno: hai ragione, ma si vergogneranno e ti daranno ragione o torto. Ma cosa importa al logico, quando la verità nel buio dell’oblio è venuta a galla, inconsapevole di dire quello che tu temevi  di dire in sobrietà. W il non senso.

Cristofaro Cingolo.

sabato 29 ottobre 2011

La globalizzazione: la morte dell’individualismo.



La globalizzazione: la morte dell’individualismo.


Ci siamo sentiti arricchiti e per alcuni versi, vicini agli altri Stati più evoluti di noi e per assimilare l’unita unione, abbiamo adottato insieme a tanti, la parola: “GLOBALIZZAZIONE”. Il termine che indica: l’unione mondiale degli Stati.
Stati inglobati e controllati da un unico organismo, per ottenere una divisione migliore delle risorse umane, e controllare le economie attraverso fondi comunitari europei e mondiali.
Un’unione dove, il lavoro, (fonte di guadagno per le multinazionali che, intendono investire poco, e ottenere dal quel poco, lauti guadagni.), viene retribuito, tenendo conto che, gestendo in un minor costo, si produce ricchezza, per le popolazioni a bassi redditi. Asia, Africa ecc.
Certo ci siamo fatti prendere dall’euforia: facciamo parte dello stesso pianeta ed è giusto che si dividano piaceri e disfunzioni planetarie. … SBAGLIATO!!!

Bernard Cassen, fondatore dell'organizzazione contro la globalizzazione -Attac- afferma: (Gli interessi delle imprese multinazionali nella globalizzazione, prevalgono su quelli delle istituzioni democratiche. Queste multinazionali vanno contro l'economia reale delle conquiste sociali dei lavoratori. Che ne subiranno dei peggioramenti sia per le condizioni di lavoro, sia per un aumento della disoccupazione e dallo smantellamento dei sistemi di protezione sociale).

Per Josè Bove, (leader del movimento dei contadini francesi), uno dei primi a contestare in Francia   la globalizzazione, afferma: (La lotta contro la globalizzazione non può essere corporativista ma deve essere una battaglia dell’insieme di quei settori della società che sono vittime di questo processo).

L’individualismo, in alcuni casi, serve per una crescita controllata. I pregi e i difetti di un paese non globalizzato può essere una ricchezza patrimoniale per prodotti propri di qualità extra. E noi in Italia di questi prodotti invidiati dal mondo intero ne siamo pieni. Non abbiamo bisogno di commercializzare in quantità ma in qualità.
La mano d’opera globalizzata, paragonando gli stessi incentivi uguali in tutto il mondo è sbagliato! Parlando dell’Italia. Se iniziamo a riprendere in mano le strutture delle fabbriche, e iniziamo lavori ad alta precisione, utilizzando, meno macchinari e più mano d’opera. In questo modo avremo dei prodotti eccellenti, amati e invidiati da tutti coloro che vogliono il capo esclusivo.
Essendo esclusivi e non proveniente dalla Cina o da altri paesi che producono a basso costo, questi prodotti avranno un costo che tanti pagheranno per qualità e finezza.
Se nelle campagne italiane usiamo, meno macchinari, e utilizziamo più mano d’opera per lavori di controllo, gestione e raccolta dei prodotti, ci saranno maggior richieste di prodotti biologici e sani da tutto il mondo.
Dicasi la stessa cosa per il controllo degli ipermercati, questi sono comodi ma tolgono lavoro ai piccoli negozianti che con due o tre lavoranti, per negozio, occuperebbero in una città di 40000 abitanti, oltre i 2000 dipendenti invece dei 200 nei tre ipermercati. Risorgerebbe l'abbigliamento con salumerie, macellerie, negozi di scarpe con calzolaio, sarti, camiciai, professionisti della scarpa fatta a mano, prodotti con stile e qualità, la stessa che ci ha fatto conoscere nel mondo. Marchi che ci hanno sempre distinto nel mondo.
I Megastore, … Gigastori online, sono l’impoverimento e la morte delle piccole librerie, dei prodotti elettronici individuali.
Questi grandi centri tolgono mano d’opera! Come tolgono lavoro le automatizzazioni di controlli!  Vedi bigliettai, controllori del gas, dell’elettricità, dell’acqua.
Bisogna avere il coraggio di fare un passo indietro e dare a tutti la possibilità di lavorare a discapito della modernizzazione, senza pensare al potere globale che impone il guadagno a basso costo.
Alla fine, tutto questo, non reggerà! E se non si lavora e non guadagnano tutti, ci sarà sempre chi per necessità dovrà delinquere.

La globalizzazione è la morte della civiltà in crescita (non monetaria) mentale e individualista. Bisogna che tutti lavorino e tutti percepiscono uno stipendio adeguato alla vita. Anche se i prodotti costerebbero di più, sarebbero alla portata dei lavoratori.

Cristofaro Cingolo

giovedì 6 ottobre 2011

PICCOLA CRISALIDE





Piccola crisalide

Crescerai piccola crisalide, crescerai.
La metamorfosi sta già avvenendo nella tua vita,
larghi spazi e distese fiorite accoglieranno il tuo volare.

Piccola crisalide, apri le ali al vento e vola,
al planar lasciati andare su germogli e fiori
a favor di vento, annusa l’odore,
al respiro della nuova vita non negarti.

Un alito d’inizio soffio avvolgerà e sublimerà la leggerezza,
sorrette saranno le nuove ali al piacere del contatto.
La via nota già conosce il dì, non sei la prima,
lui lo sa, nei primi voli t’aiuterà.

Ti trascinerà su e giù, radendo il candido,
l’oblio respirerai e ti immergerai negli odori della vita.

Presto sboccerai in bellezza,
ammirazione sarai di tanti.
e per amor del primo, su altri poserai.

Ti sembrerà bello e nuovo ciò che scoprirai,
volando su corolle e pistilli ti soffermerai.
Ogni fiore farai tuo, ognuno sarà un’isola per te,
un’isola da scoprire, un’isola su cui posare, su cui giacere.

Invasa da emozioni, ad ogni fiore bacerai il pistillo,
ad occhi chiusi, a vergini corolle sorriderai,
con aria infante, a loro racconterai l’intimo piacere.

Fuori da timidi approcci danzerai, inizio alla vita tu darai,
e da crisalide, ben presto diverrai farfalla.

A steli smarriti, con aria pudica dirai: sono pronta,
e senza smettere continuerai il volo.

Il crescere esige questo, ed io mi immolo per soddisfare l’amore,
a chi non cede, sussurrerai parole dolci, 
le stesse di sempre, insegnate da Dio.

La vita prosegue ed è opera tua,.
sui fiori su cui ti poserai, ne raccoglierai il profumo,
e avida, ingorda, non lo rigetterai.

Pregna, lo porterai con te,
mischiandolo agli altri odori della natura,
al fine del dolce riposo, le ali al sole porgerai, e lì attenderai.

L’astro cocente sornione capirà e ti riscalderà;
asciugherà con un sorriso le tracce d’umor d’amor notturno,
e le piccole gocce di rugiada svaniranno.

 Cristofaro Cingolo

giovedì 4 agosto 2011

VOGLIO GUSTARTI CON LA NUTELLA.



Cristofaro Cingolo.




Voglio gustarti con la nutella.


A una partita a carte, quando t’invitano, non puoi sottrarti, specialmente se altre volte con qualche scusa inventata al momento lo hai fatto. Non so perché, ma non sono attratto dai giochi di società, e non mi piace vedere denari sui tavoli. Non amo vedere le persone alle prese col gioco e coi soldi; diventano bestie. Amo gli animali, è vero, ma odio le bestie. Per non parlare dei discorsi stupidi che le carte, per ovvi motivi di meditazione, ti portano a fare. Non puoi pensare a cosa dici, e nel contempo, ricordarti le carte uscite per non perdere il vantaggio del conteggio che ti offre la memoria.
Getto lì distratto un tre di coppe, e sento subito Gaspare che dice: -Cazzo! Cristian … è un tre di coppe? Sono dieci punti, … la briscola è a denari … non vedi?!-.
Riguardo le due carte rimaste in mano: un quattro di denari e una donna a bastone. Perché cavolo ho messo giù sul tavolo quel tre di coppe? …
Sperando che mi arrivassero presto due carichi per coprire la mia bugia, mi ritrovai a dire.
-Cosa posso farci, il gioco mi tira così, … e devo calare a terra quello che mi danneggia di meno-.
-Va bene abbiamo capito, come sempre vuoi perdere al gioco e sentirti fortunato in amore: ma tu ci credi a queste fesserie? … Sono anni che non ti si vede in compagnia di donne! … A te mio caro Cristian, mi sa, che l’odorosa purchiacca delle femmine non ti piace!-.
Nulla di più sbagliato, il velluto della figa l’ho sempre amato; da piccolo, appena ne avevo l’occasione, passavo il dito sulle fessure di chi mi capitava a tiro. Le più furbette, tenevano il dito fermo con le proprie mani, e nel gioco, sceglievano sempre me per fare il dottore: il mio termometro, nei giochi maliziosi del momento era molto ambito per il mio tocco prolungato.
A dire il vero, sul detto di chi è fortunato al gioco è sfortunato in amore, non mi son mai posto il problema; ho quarant’anni, non sono sposato, e quando non faccio all’amore, mi consolo con la nutella.
Di certo non lo racconterò a questi tre stronzi che, non aspettano altro per prendermi in giro. Mi accusano falsamente di essere riluttante alla figa. … Cosa quanto mai assurda. Mi sveglio al mattino e l’ho in testa, mi corico alla sera ed è sempre lì a ricordarmi che vivo per lei, ed è, la cosa più bella del creato: insieme alla nutella.
A volte non nascondo di sentirmi un’ermafrodita con due sessi: uno al punto giusto, sempre in allerta. E l’altra, nella testa, che mi ridà la vita nel vederla e mi porta ad amare la mia Titti: pudica con il marito e scandalosamente arrapante, con me.
Uno sguardo a Titti, mia cugina e moglie di Gaspare. E lei, generosa con me “come sempre”, comprensiva della mia debolezza umana, apre le gambe prima di accavallarle e, al vedere, l’universo aprirsi, pronto ad accogliermi, emetto un sospiro.
Come sua abitudine, Titti usa i collant senza mutande. Il suo cuoricino, rasato ad arte, lo vedo dal nero contrasto, già aprirsi e chiudere intorno al mio inappagato dardo.
Libidinoso, passo la lingua sulle labbra, sapendo che lei capirà cosa vorrei leccare in quel preciso istante per farla gridare e torcere di piacere.
Alfredo Di Nola e Giacomo Mirconi, restano taciturni al gioco. Il primo, posso capirlo, da quando trovò la moglie Angela, “più giovane di lui di quindici anni” a letto col giovane Di Nola: suo fratello, divenne avaro di opinioni e dialoghi, passando gran parte del tempo in silenzio.
Ho sempre pensato che, al giovane Di Nola, non si doveva addossare colpa alcuna per quello che successe! … Poveretto: inesperto, ma volenteroso, voleva salvare il suo matrimonio a rischio. E sì, … per dei problemi con la moglie, dopo i primi mesi, il sospirato sì pronunciato sull’altare, rischiava d’essere ritirato. Per questo il giovane sposo, si rivolse alla generosa cognata Angela, chiedendo d’insegnargli il segreto per portare avanti il matrimonio.
Desideroso di compiacere la moglie, il giovane chiese alla cognatina: quasi coetanea, cosa fare con la moglie, affinché questa, dopo aver fatto l’amore con lui, non scappasse di corsa, nervosa e piangendo, a chiudersi nel bagno, restandoci delle ore. E alla richiesta di Angela che chiese.
-Senti Dino, grosso modo, quando fai all’amore con Elvira, quanto tempo dura il rapporto sessuale?-. ..............................................
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Per ovvie ragioni, il racconto completo va letto su LULU.
Cristofaro Cingolo. 


martedì 21 giugno 2011

La dannata percezione di non essere compreso.






La follia dei savi.


Il diario di un incompreso viene gestito da parole savie, ragionate sul filo della poca comprensibilità, che tanti non capirebbero per il semplice fatto che, ritrovarsi nei panni altrui, non sempre è piacevole.
Si gestiscono pensieri e parole sulla falsità del poi, a chi decifra atteggiamenti diversi, e di norma, vive in un mondo lontano dal vero, ovvero, il tuo.
Non direi mai di lodare il senso di un’espressione comprensiva, ma di accostarmi al vero sarebbe l’ideale.
Tanti predicano bene e razzolano male per leggerezza di idee, non è difficile capire la metafora della vita basata sulla presunzione dell’essere il solo a tenere in pugno la verità.
Ma cos’è la verità! Se non una bugia mascherata dal nostro volere inculcare a chi non pensa come noi e non visualizza le nostre idee? A chi facile preda, assorbe tutto senza   procurarsi, con famelica ricerca, di ricavare, seppure affaticato, da una debole mente, le poche idee di parte concepite e trattenute per la mancanza di una determinata sicurezza, quella propria, e che ognuno di noi, in silenzio falsamente gestisce, nascondendola nel proprio io, evitando di esporre qualcosa in cui per primo non si crede e si fa fatica ad esporre, per mancanza di concrete certezze!
Mi guardo intorno e già so di parlare a un muro privo di comprensione che sta lì pronto a deridere l’incompreso.
Mi danno, per la forza e la volontà prostituita, che per mia debolezza includo qui nella presente per spiegarmi ai denigratori del mio pensiero astruso.
Rifuggir mi impongo dalla gogna mediatica e, all’infantile gergo assorbo l’onestà dell’umile.
A dire, il dolente vero assorbo e sto, il bene altrui non rende. E questo, giuro, per conoscenza a tutti affermo, (anche a chi pur sapendo nega) seppure a conoscenza, io nel mio mendace inconscio, vi implori: tenetemi distante da sopraffazione altrui, voglio esserne lontano.
Il pensiero è libero quando riesce a colmare vuoti altrimenti pieni del nulla, pensieri leciti al fine di risvegliar il dormiente se rinchiusi nell’interesse che, per egoismo non va oltre all’interesse altrui.
Limpida e chiara veggenza umana, complice di una lucidità fine a se stessa.
Non possiamo desiderare il più per ottener il giusto, bisogna chiedere quando ci compete per essere giusti nella richiesta. Si dorme tranquilli di notte al pensiero che sbarre di ferro messe da altri, proteggono la tua vulnerabilità. Basterebbe poco, l’essere onesto con se stessi per non aver paura e liberarsi da sbarre mentali.

Cristofaro Cingolo.

giovedì 2 giugno 2011

Vorremmo un figlio, ma non possiamo permettercelo.





E’ proprio così?.....

Mi pongo questo quesito e lo pongo a voi; di certo in passato siete stati testimoni di famiglie numerose, o siete stati raccoglitori di testimonianza in tal senso. Quindi, ora sapreste ben distinguere, e scegliere, la tipologia famigliare consona a voi in procinto di formarvi una famiglia. La formerete anche, dando uno sguardo alle nuove famiglie  che il cambiamento ci porta e con un pensiero alle aspettative che andremo incontro in un prossimo futuro.

Dico subito che sono per un’etnologia antropologica chiara nei dati di ricerca. Seppur multietnico, penso che, le caratteristiche italiche del nostro popolo non debbano  disperdersi per colpa di un’eccessiva immigrazione presente sul nostro territorio.
 Territorio che, per ovvie ragioni, è facile da raggiungere, e per molti, un’utopia da realizzare: una meta di arrivo in un mondo ricco e libero.   

Queste persone portano con se la cultura della piena famiglia. Prima del benessere materiale, c’é il benessere famigliare, la ricchezza umana fatta di affetto e sicurezza del domani. Amano essere circondati da prole, come in passato, lo eravamo noi.
- I figli sono la ricchezza di chi ipotizza che, tale ricchezza, sia l’essere circondati da figli e nipoti -.
Domani, (io anziano), avrò bisogno di te figlio! Di te per accudirmi e darmi da mangiare se ne avrò bisogno.
 - Sarete in tanti, tu e le tue sorelle farete in modo che a noi non manchi mai nulla: penserete a quello che, con sacrifici abbiamo fatto, noi genitori, per voi-.

Questi (i nuovi arrivi), ancora non hanno raggiunto la consapevolezza di scindere gli affetti dal benessere effettivo. Ancora non pensano di sacrificare un figlio per il benessere dell’eletto scelto e, fatto vivere. … Figlio unico sì, ma in condizioni di benessere.

I tempi, al giorno d’oggi, si son fatti difficili, crescere più di un figlio non è facile, troppi problemi impongono chi abituato a vivere in un certo modo, a rimandare il concepimento e alla fine, a rinunciare ad averne, per l’impossibilità di mantenerlo.

Il lavoro scarseggia, e chi c’è l’ha, non vuole perderlo per l’arrivo di un figlio che al datore di lavoro non sta bene.

Ci sono leggi che favoriscono la maternità, ma queste vanno contro l’interesse del padrone, lui ha il coltello dalla parte del manico, spesso è un foglio bianco fatto firmare prima dell’assunzione. Foglio che spazza via tutte le leggi a favore della donna e della sua maternità.

In Italia stiamo aumentando di numero è vero, ma non perché sono gli italiani a fare figli, bensì, sono i nuovi arrivi che, prima di ogni cosa, per loro viene la famiglia, e per famiglia, s’intende figli.
Ben presto se non risolviamo questo importante dilemma che colpisce la famiglia, (donna italiana), ci troveremo una popolazione che supererà presto alla lunga quella di origine italica.

Da ciò vengono fuori domande che, non farò, per non essere tacciato di peccare per arretratezza culturale. Le famiglie italiane si assottigliano, diventando delle mono famiglie, in cui nasce il problema: il vecchietto dove lo metto? Cultura questa che manca alle famiglie numerose e quindi, nei nuovi popoli con numerose proli da crescere. Con questi popoli ci riappropriamo della memoria e della nostra cultura passata e dimenticata per egoismo.

Spero che questi nuovi arrivi oltre ad invaderci fisicamente, c’invadano culturalmente riportandoci indietro nel tempo, a quando: dove mangiavano due mangiavano tre e i vestiti (seppur non firmati) passavano dai più grandi ai più piccini.

Sorrido a pensarci e mi accorgo d’essermi allontanato dal problema: Bisogna aiutare la donna a poter scegliere e, a non privarsi della maternità.
Deve essere protetta da leggi e non essere succube del datore. Deve pensare che un figlio è una risorsa per il futuro, non un debito da accollarsi per sempre.

Nelle altre nazioni, lo stato viene in aiuto alle donne in attesa, consapevole che presto il nascituro diverrà produttore e consumatore di beni. E, e con il lavoro e la sua ingegnosità, aumenterà la ricchezza dello stato.
Quanto tempo occorre attendere affinché i nostri rappresentanti governativi capiscano questo?           


Cristofaro Cingolo       

sabato 21 maggio 2011

NADIA





Nadia




Da tempo hai smesso di chiedermi di allacciarti le scarpe.
Da poco arrossisci se nel guardarti allo specchio,
scopri che resto ad osservarti.
Il tempo inizia a modellare in te il fiore nascente.

Le ultime gocce di una pioggia smessa scendono sui vetri.
Un sottile raggio di sole uscente li colora.
Rivoli di luce attirano il tuo sguardo,
tendi il piccolo indice, per fermarne la lenta discesa.

Segui la goccia esterna al vetro,
sotto al tuo dito si forma una “M”.
Una seconda goccia crea un novo rivolo,
la lettera “A” segue la prima.

Osservo, so che stai crescendo.
Guardo tua madre e sorrido.
Lei abbassa la testa come per dire: so del suo segreto,
Mario è il nome dell’amichetto del cuore.

Il tuo dito si sposta su di me
mi fa capire che, io resto il tuo primo amore:
lui, Mario, è il futuro.


Cristofaro Cingolo.


mercoledì 4 maggio 2011

LA VERITÀ'


  
La verità,
questa verità.

La cerco,
mi sfugge.

La invoco,
si rifiuta di apparirmi.
E’ una verità opprimente.

Dov’è la verità?
La tua, la mia,
la nostra verità!

Nello scritto?
in ciò che penso?
nelle cose che dico!?

L’amo, la desidero,
l’adoro?

Mi ripugna, la disprezzo,
la odio!?

No! … No! … No!
Non è questa la verità!

La verità non è in quello che scrivo.
Non è in ciò che penso.
Non è nelle cose in  cui credo e, parlo.

Si dicono solo parole.
Si scrivono solo frasi.
Si pensa, e rimangono pensieri.

No! … Non è questa la verità!
Allora, mi chiedo, qual è la verità?
Forse, è quella che rimane in me, e mai né uscirà.


Cristofaro Cingolo

giovedì 21 aprile 2011






Che strana Pasqua

6 Aprile 2009
di Cingolo Cristofaro


Domenica, pensavo alla settimana che ci avrebbe portato alla Crocefissione di Cristo preparandoci alla sua risurrezione. Anticipata dalla domenica vissuta, con la festosa gioia di accogliere il Signore con la palma. Ben sapendo, che a questa festosa giornata avrebbe seguito la settimana di meditata sofferenza, per accompagnare mentalmente, il patire e la morte di Cristo con le varie, Vie Crucis, organizzate dalle chiese a memoria della salita sul calvario di Cristo, fino alla sua Crocifissione.

Pensavo e meditavo sul Cristo uomo: si addossa le nostre colpe, si fa carico dei nostri peccati, e ci indica la remissione dei peccati attraverso Lui. … La  sua verità ci conduce sulla via che ci conduce alla vita eterna.

Dico la verità, queste giornate per me sono tremende. Non amo la sofferenza: sia essa mia o di altri,  in silenzio aspetto che la settimana passi, chiedendo perdono a chi, innocente, deve soffrire per colpe altrui. Sarò un egoista ma, vorrei tanto che il dolore, i giorni di passione finiscano presto e ci appaia Cristo splendente di luce trasfigurata di Santità Pasquale. Amo; il Cristo è risorto: Gloria a Dio nell'alto dei cieli!    


Lunedì mi sveglio, e non so perché, forse per la settimana vissuta male per dei miei problemi personali mi alzo con una vena amara: nervoso, e non so darmene una spiegazione logica.
Ancora con dei residui di malessere, accendo il televisore come ogni mattina, mentre mi accingo a prepararmi il caffè: apprendo della catastrofe in Abruzzo. Case distrutte, disperazione sui volti degli intervistati, incredulità espressa a domande idiote, fatte dai cronisti al solo scopo di fare e ottenere lo scoop. 


Abbasso la testa, forse per l’età o altro sento gli occhi che mi bruciano. Cavolo a una certa età si diventa teneri si piange al solo accenno di sapere che ci sono persone che soffrono: ma quanto soffrono? … Per saperlo, resto inchiodato allo schermo si parla di dieci morti che subito salgano a venti, poi a …. Non mi interessa il numero, nemmeno il momento: la settimana Santa da vivere.   

Povera gente: cosa dico? Blasfemo! Miei cari fratelli! Sangue del mio sangue! Siete voi la via Crucis di questo calvario settimanale che ci porterà alla Pasqua! Ci farete rivivere sulla vostra pelle i giorni dell’innocente! Di chi non colpevole, muore per gli errori di incoscienti che per arricchirsi hanno risparmiato sul cemento “penso alle costruzioni fatte di recente”. Mi chiedo: dov'è la vostra gloria! Dove possiamo raffigurare la vostra passione? Fateci vedere la vostra resurrezione! Per i peccati di chi avete donato la vostra vita? 

Mio Dio! Riesco a sentire le vostre sorde grida che dalle macerie escono e implorano: Elì, Elì lemà sabactanì? E dopo: Padre, perdona coloro che non sanno cosa hanno fatto!   

Ho spento il televisore, mi son chiuso nel mio riserbo pregando Dio per queste anime innocenti soffocate dalla polvere e dai detriti sotto le macerie. Dimentico il mio malessere e piango, piango  per le persone che, pensavano alla Pasqua di resurrezione diversamente, conforme, alla loro età, lontano dal pensare che loro stessi, sarebbero diventati simbolo dell’innocenza da meditare per una settimana da vivere con la morte nel cuore.

Auguro la Pasqua del Signore ai tanti che ci portano a sperare nella vita eterna, mostrandoci la morte terrena.
Auguro a tutti questi fratelli in Cristo, di poter mangiare la pasqua del Signore, sedendo alla mensa di Gesù il risorto.

Riflessione del 21 Aprile 2011. Nulla è cambiato.


Cristofaro Cingolo