mercoledì 26 settembre 2012

LOURDES


Santuario.

LOURDES

Le parole di Bernadette furono: Io scorsi una signora.
Indossava un abito bianco, una cintura blu ed una rosa gialla sui piedi.

Intendo iniziare a raccontare il mio percorso silenzioso verso la Madre, e per farlo,  ritornerò indietro nel tempo. Questo, non può che farmi del bene, rivivrò con voi quei momenti indimenticabili.
Sono trascorsi diversi anni, forse troppi, per riportare fedelmente l’emozione provata quel giorno, quando ebbi la fortuna di varcare la soglia del sacro luogo di Lourdes.

La Santa Vergine di Lourdes
L'IMMACOLATA CONCEZIONE

Cercherò dentro di me, immagini e ricordi ancora ben presenti, per riportare, "usando il linguaggio dei semplici", le sensazioni percepite davanti alla piccola Madonnina di Lourdes. 
Ricordo che, nel momento in cui, mi proposero di andare a Lourdes, mi venne il mal di mare. Non era certo mia intenzione sorbirmi per sei o sette giorni, l’esasperante visione di false crocerossine preti e, barellieri nati al momento per un atto caritatevole.
Senza contare lunghe messe, con i lunghi sermoni preparati ad arte, giusto per farti il solito lavaggio del cervello, e inculcarti, nozioni evangeliche fuori luogo, dai soliti  prelati che, per un'assopita fede, parlano tanto e si lasciano andare a sermoni senza alcun senso veritiero, ben sapendo, che i primi a non  osservare  il testamento cristiano, son proprio loro: i prelati. 
Da tempo ormai non entravo in una chiesa, e se vedevo un prete, lo guardavo male.  Non correva buon sangue tra me e loro. E poi, tutti gli strascichi cui ti riservano questi lunghi viaggi, organizzati, usando un treno stracolmo di anziani, disabili, e scout, (adulti che sembravano imbecilli vestiti da bambini). E tutto questo questo, per ritrovarci dopo, dentro qualche pensione o albergo, dove ti passava la voglia anche di andare in bagno: sai che divertimento?...
Va beh, pensai tra me, ormai la frittata era fatta, la signora che organizzava i viaggi aveva accolto la richiesta di mia madre che la supplicava di portarmi a Lourdes con uno dei suoi viaggi organizzati dall’UNITALSI, affinché, la Madonna mi stesse vicino nella malattia che, essendo genetica e non guaribile, almeno mi desse una mano a non stare sempre male.
Il momento della partenza arrivò e, insieme alla partenza, anche il problema al piede.
Come spesso capitava, quando dovevo andare da qualche parte, succedeva qualcosa che mi proibiva di andarci: non potevo camminare! ... E che cavolo! … Pensai.
Il gonfiore all’alluce del piede, non mi faceva poggiare bene il piede a terra, e dovevo camminare con i sandali, ma sempre su dolore.
Questo fastidio, uno dei meno gravi, capitava sempre nel periodo estivo, quando camminando a piedi nudi sulla spiaggia, qualche sassolino o altro mi procurava un versamento nella piccola articolazione del ditone.
Arrivò il pullman che doveva condurci alla stazione di Napoli, e piano piano, aiutato da qualcuno dei presenti, iniziai il viaggio.
Durante l’andata in treno ci furono degli episodi che personalmente, diedero adito alle mie ragioni. ... Successe che un prete, si invaghì di una ragazza e a un certo punto, non vedemmo più ne questo giovane prete, ne tanto meno la ragazza che, nei primi momenti, tentava di sfuggire al prete, poi, scesero in una stazione francese e non risalirono più. Cosa successe, non lo seppi mai. Certo fu, che quando arrivammo nelle vicinanze del santuario, altro che albergo o pensione; ci toccò una specie di ospedale o ex ospedale.
La sorpresa fu, quando lessi la scritta: Ospedale dei sette dolori. … Oh Dio! Pensai: sette dolori ?.... E con me, fanno otto.
 Appena entrai nello stanzone, mi guardai intorno e, posi la valigia accanto ad uno dei tanti letti messi in fila per gli ospiti. Non attesi molto, mi spogliai e mi misi a letto, sperando che il dolore al piede si calmasse e mi desse la possibilità al mattino di recarmi con gli altri al santuario.
Passai la notte dormendo come un ghiro, ma la sveglia suonò presto, per non perdere   l’appuntamento che avevamo per immergerci nella vasca e dopo c’era la S. Messa nella basilica S. Pio X.
Misi il piede a terra e notai che il dolore ancora persisteva, ma in confronto a quando avevo iniziato il viaggio: due giorni prima, era di meno. Tutto sommato, andava meglio del previsto: potevo camminare, anzi, calzando i sandali, andavo ancora meglio. Poi non dovevo dimenticare che ero lì essendo un ammalato.
Facemmo colazione in fretta e scendemmo tutti giù per preparaci ad andare alla Grotta prima tappa per salutare la Vergine miracolosa.
Quello che non mi attendevo, era ciò che mi aspettava: i pellegrini, per lo più ammalati erano tanti, e i barellieri, erano pochi. Per portare tutti gli impossibilitati a camminare alla grotta, bisognava fare due viaggi.
Cosa non da poco, pensando che la distanza dal Santuario e tutto lo spiazzo da attraversare per giungere alla grotta e alle piscine, era parecchio.
Alcune dame di compagnia, per dare una mano, si misero anche loro sotto i carrellini per il trasporto e, per evitare rimorsi, dovetti farlo (a mia scelta) anche io, per non lasciare gli ammalati ad attendere un turno che si annunciava particolarmente faticoso.
Fu così che da ammalato, divenni barelliere, dimenticando il problema al piede. La carrozzina con tettuccio, era pronta giù nel cortile dell' hotel (sette dolori ) con sopra  il disabile da trasportare. Una pioggerellina sottile, che quasi sempre, anche nel periodo estivo, era presente sui Pirenei, (Eravamo nel mese di luglio), con il risultato di mantenere l’aria fresca e respirabile. Quindi, non dovevo fare altro che accodarmi e seguire i barellieri, conducendo la carrozzina con sopra l’ammalato alla grotta.
L’impatto che ebbi, quando varcammo uno dei due cancelli che permettevano l’entrata al santuario, fu enorme. Una strana pace si impadronì di me, guardavo negli occhi delle persone, percependone uno sguardo diverso.
Varcato il cancello il primo miracolo: le persone non erano più sulla difensiva ed erano pronte ad aprirsi a tutti. Una pace immensa fatta di strette di mano e abbracci. Una quiete fatta di santità.
Com'era possibile? La gente, la stessa che poco prima aveva il viso teso, si rilassava e acquistava il sorriso mancante da giorni. La sofferenza dal volto degli infermi sembrava sparita. Io stesso, taciturno e timido, divenni espansivo e, con piacere, sorridevo, cercando il dialogo con persone italiane e di altre lingue. Non era difficile tutto ciò, l’intenderci avveniva spontaneo, bastavano pochi gesti e tanto sorriso.
Quel mondo iniziò ad affascinarmi, faceva diventare tutti uguali com’era possibile?
Portai l’ammalato alla grotta e anche lì ebbi la sensazione di toccare con mano la pace dell’anima. La piccola statuina piena di roselline sembrava enorme e capace di infondere serenità a chi era lì per sofferenze diverse.
Non c’erano solo ammalati fisici con problemi di deambulazioni o psichici. C’erano persone malate dentro, con sofferenza per aridità d’anima. Ed ecco che lì i loro volti smettevano di sottostare alla smorfia di sofferenza e si rilassavano alla dolcezza del luogo. L’amore universale entrava e palpeggiava la loro anima, rendendola malleabile, e pronta ad assorbire amore. Quell’amore che nulla ha a che vedere con altri tipi di amori. La sensazione che provai dopo alla S. Messa nell’immensa basilica Pio X, quando strinsi la mano di una ragazza fu strana: sentii dentro di me, la sensazione di essere asessuato: senza sesso. -Cosa difficile per la mia età, che al primo tocco di una donna, mi usciva il fumo dal naso-.
Avevo sedici anni, e le donne, mi facevano sognare altre cose, non certamente la castità.
Alcune dame di compagnia, per dare una mano, si misero anche loro sotto i carrellini per il trasporto e, per evitare rimorsi, dovetti farlo (a mia scelta) anche io, per non lasciare gli ammalati ad attendere un turno che si annunciava particolarmente faticoso.
Fu così che, da ammalato, divenni barelliere, dimenticando il problema al piede.
Ritornando all'inizio, prima della messa, dopo aver recitato il S. Rosario alla grotta, ci recammo alle piscine. Lì c’erano delle vasche piene di acqua freddissima, dove ci dovevamo immergere, aiutati da personale esperto. Dopo aver consegnato il disabile che trasportavo al personale addetto, attesi il mio turno per bagnarmi nella vasca.

Un po’ intimidito, entrai, e un uomo, porgendomi un telo, in un italiano francesizzato, mi disse di spogliarmi del tutto. Pensavo che mi avrebbe fatto entrare nudo nella vasca, invece, mi fece coprire con quel panno gommoso già umido, per prepararmi all’acqua fredda. Altri due uomini mi presero per mano, mi fecero scendere due scalini e mi dissero di andare a baciare la Madonnina all'altro estremo della vasca. Poi con delicatezza mi calarono all'indietro, rialzandomi subito dopo. Il tempo di calarmi per intero nella vasca e rialzarmi. 
-Bisogna dire che, la vasca, nell'arco delle ventiquattro ore, viene svuotata e riempita due volte-. 

Quello che mi stupì, fu la mancanza di bisogno di asciugarmi, dal momento in cui, il mio corpo, appena uscito dall'acqua era completamente asciutto.
Ancora sbalordito per l’evento, mi vestì in fretta e, con il disabile che accompagnavo, ci recammo alla grotta della Madonnina, dove c’erano gli altri ad attenderci per andare tutti alla basilica Pio X.

A questo punto, se mi permettete, vorrei farvi conoscere sommariamente, per quanto ricordo e verificato da altri che ne parlano, un po’ Lourdes.
Per entrare nel luogo santo, bisogna varcare un cancello, ce ne sono due, per due entrate  da strade diverse: (S. Michele e quello di S. Giuseppe).
Una volta entrati, ci si trova davanti un grande spiazzo con dei percorsi segnati per giungere alla grotta e in altri luoghi.

Il vero centro del pellegrinaggio è Lourdes, caratterizzato dalla presenza di tre basiliche: (Basilica del Rosario, Basilica superiore, Basilica San Pio X) che, assieme, formano il Santuario di Lourdes.

Costruite in tre diversi periodi (1862, 1876, 1958) per celebrare le apparizioni della Madonna, le tre Basiliche, unite alla vicina Grotta delle Apparizioni, sono i luoghi più visitati di Lourdes. Iniziamo a parlare della grotta.


La grotta di Massabielle

grotta di Massabielle

Il massiccio roccioso nel quale è scavata la grotta, è chiamato Massabielle cioè, vecchia roccia. Dentro questo massiccio di 27 metri di altezza, c’è la grotta è alta, 3 metri e 80, per 9 metri e mezzo di profondità, e 9 metri e ottantacinque di larghezza.
In alto sulla destra, una piccola nicchia ogivale di due metri di altezza.
È in essa che, la Madonna apparve a Bernadette tra l’11 febbraio e il 16 luglio 1858. 
La statua, alta un metro e ottantotto, raffigura la Madonna nella posizione che aveva quando disse: (Io sono l’Immacolata Concezione).
La statua, realizzata da Giuseppe Fabisch e donata da due dame lionesi, fu collocata il 4 aprile 1864. 
Ai piedi della grotta, guardando a sinistra, una mattonella indica il luogo esatto dove Bernadette pregava.
Un’incisione afferma: (qui pregava Bernadette l’11 febbraio 1858).
In fondo alla grotta, a sinistra dell’altare, si vede la sorgente scavata da Bernadette su indicazione della Madonna il 25 febbraio 1858 la cui acqua, continua ad alimentare tutti i punti di distribuzione (fontane, piscine, cammino dell’acqua). Davanti all’altare invece due mattonelle ricordano le visite dei Papi (1983-2004-2008.


Basilica del Rosario.
(denominata anche, Basilica Inferiore o Cripta)

Basilica Inferiore

Il Santuario della Madonna di Lourdes: l’insieme del luogo Santo meta di pellegrinaggio e  raccoglimento dei pellegrini.
La Basilica del Rosario nasce dalla richiesta che la Vergine fece a Bernadette di far costruire una cappella nel luogo dell’apparizione. Cappella che fu inaugurata, nel 1862 alla presenza di Bernadette. La costruzione avvenne velocemente, grazie all'interessamento dell’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III.
La Cappella non è molto grande, al massimo può contenere 125 persone. Piena di ex voto, è il luogo di massimo raccoglimento dei pellegrini, percependo la sacralità del vero mistero Santo unito alla Beatitudine del piccolo santuario. 


Basilica superiore.

Basilica superiore 

La basilica superiore, fu edificata sulla roccia, in stile gotico, (su progetto dell'architetto Viollet-le-Duc), ed è sovrapposta alla Basilica del Rosario. La costruzione fu conclusa nel 1876. La navata, lunga 51 metri, larga 21 metri, può contenere 800 persone. All'interno si possono ammirare bellissime vetrate raffiguranti episodi dell'antico e del nuovo testamento, la storia delle apparizioni della Madonna a Bernadette fino ad arrivare alla scena della promulgazione del dogma dell'Immacolata Concezione. 
Accanto all'abside si trova la statua della Vergine, che la stessa Bernadette, dichiarò assomigliare molto al volto della Madonna. 

Ed eccoci alla Basilica di S. Pio X.

Basilica di S. Pio X.

Possiamo dire che questa Basilica, nasce dall’esigenza di accogliere il gran numero di pellegrini, creando un momento di massima unità, evocando uniti la preghiera a Maria.
La Basilica Pio X, si estende sottoterra, e ospita 25.000 pellegrini. Lunga 191 metri, e ampia, 61 metri. Fu consacrata in occasione del centenario delle apparizioni nel 1958 dal cardinale Roncalli che divenne in seguito papa Giovanni XXIII.
All'interno si trovano 52 quadri in cristalli che rappresentano la Via Crucis, le apparizioni che ebbe Bernadette, i misteri del Rosario e delle tele di Santi e Beati, dove sono stati scritti piccoli pensieri per meditare su la loro vita di fede.

*****
Durante il percorso del pellegrinaggio e dei momenti di raccoglimento, non dobbiamo dimenticare la simbologia del Miracolo dell’acqua. A ricordarci ciò ci sono le piscine e le fontane

Le Piscine.


Le vasche come sono attualmente.

Come lo erano tempo addietro 

Malati che attendo di essere immersi nella vasca .

Chi va a Lourdes sa che, il momento più bello, più sentito, quello che ti fa battere forte il cuore per l’emozione è il momento del bagno nelle piscine di Lourdes. 
L’immersione rappresenta un momento spirituale importante, la fede sente il bisogno di dissetarsi con l’acqua benedetta di Maria. Si allontana la sofferenza, per far posto alla speranza. 
 L’immergersi diventa una sorta di purificazione spirituale. La fede raggiunge il sublime e la risposta sarà la grazia, sia essa nel fisico o nell’anima. Spesso il miracolo avviene con il farti accettare la malattia come dono e preghiera. 
La Chiesa ha riconosciuto solo 66 miracoli, ma sicuramente sono molte di più come lo dimostra la quantità considerevole di ex-voto che troviamo nelle varie Basiliche. 
Prima di immergersi nelle vasche d'acqua, bisogna fare delle lunghe file, vengono fatti due gruppi, uno di maschi e l'altro di femmine che fanno il bagno in piscine separate. Il pellegrino al momento della breve immersione, viene invitato a spogliarsi e, il personale che lo assiste, lo avvolge con un telo invitandolo a immergersi, non completamente, ma a far pochi passi dentro la vasca, fino ad arrivare alla statua della Vergine, posta in cima. Ed ecco che dopo, meravigliato, si trova asciutto. 


Le fontane.



Sono tanti rubinetti, dai quali sgorga la sorgente di acqua potabile, indipendente dal fiume Gave, che Bernadette scoprì su suggerimento della Vergine Maria e che ha regalato grandi grazie.

Via Crucis.

Questo link vi porterà a Lourdes Con immagini spettacolari.

Gesù cade sotto il peso della Croce.

La Via Crucis è sempre stata una devozione sentita dai pellegrini che si radunano a Lourdes e viene praticata ovviamente su di una montagna, vicina al Santuario.
Il percorso che i pellegrini praticano è lungo circa 1,5 km e le stazioni sono rappresentate da 115 personaggi in ghisa che rappresentano delle vere e proprie opere d'arte, realizzati tra il 1898 e il 1911.


Bernadette Soubirus 


Questo piccolo accenno a LOURDES non è del tutto completo. Ma, per chi ne volesse sapere di più ci sono tanti siti che ne parlano.
Io mi fermo qui anche se potrei raccontarvi altro: di quello che successe durante il viaggio, ma uscirebbe fuori dalla logica di LOURDES.

Cristofaro Cingolo  





domenica 27 maggio 2012

SFATATE I MITI!







Sfatate i miti!


Sfatate i miti, allontanatevi da ciò che non conoscete.
L’amo, e con le vostre banalità, annullate il vero!
Non togliete l’incanto all'amore!
Lei è mia!!! …. Io, mi annullo in lei.

Non andate oltre! Rileggete ciò che scrivete!
Non c’è anima, non c’è amore, non c’è nulla in voi!
Siete vuoti dentro! Non vi accorgete che,
riempite i vostri scritti di banalità!
Chi mai vi crederà?
Smettetela! ... Non parlate di cose a voi ignote!

Sproloqui concepiti da false illusioni!
Generati per assenza di altro!
Rifletto su ciò e ne deduco che,
siete dei mentecatti dello scritto.

Scrivete parole inutili, senza senso: empiriche.
Tanto vuote, da farvi vergognare al soffermarvi e pensare ad esse!

L’ottusa credenza è evidente: ci credete!
Convinti d’aver dato riposo all'anima nel dire!
Spergiuri!

Negate il senso: la verità!
Accettate la vostra verità, non andando oltre.

Siete dei falsi! ... Vi nascondete dietro fili d’erba!
Il poeta soffre quando ama: e io l’amo.

Disgraziati voi …. io amo!
Vedo l’amore soffiarmi addosso: tremo!

L’inganno è dietro l’angolo!
Vi sembrerà strano, lo rifiuto!!!
Se siete solidali con me ridete! ... Voi, inutili esseri.

Voi che, non avete lei.
Lei è mia, … mia capite?
Solamente mia.

Il nulla resta tale, riempito dalla vostra stupidità!
Esagono geometrico, con lati falsi e, veri.
Resta a voi decidere su quali puntare!

Lei non è nulla per voi!
Lasciatela a me che, da trasformista,
sospiro all’unisono col suo alito.
Assorbo per intero la sua tristezza e giuro: … piango!

Sarà vero che non amo.
Convinto da sempre d’amare l’innamoramento.

Vi prego, non fatemene una colpa.
Io l’amo, … e lei lo sa.

Con questo scritto si ricorderà di me.
Capirà che l’amo, ... ora e sempre.


Cristofaro Cingolo

domenica 15 aprile 2012

Il pulcino e il verme.



 Il pulcino e il verme

Possibile che con tanto spazio, dovevi finire sul mio cammino?
Disse il verme al pulcino che, lasciato solo dalla sua mamma, “stanca di dargli da mangiare” pretese che fosse lui a procurarsi il cibo.
Ecco lo sapevo -disse il pulcino-. Tutti piluccano e non succede nulla, mentre a me che per la prima volta ci provo, mi capita un verme vile, che ha paura di sacrificarsi per nutrire un essere debole e denutrito.
“Vedi me per esempio” che, disgraziatamente è stato appena stamattina svezzato dalla madre!
Chi ti dice che non ho la stesa tua età, e anch’io sono stato svezzato da poco?
 -Disse il verme, scansandosi dalla beccata-.
Non puoi avere la mia età, non vedi? Sei sporco … tutto nero, chi sa da quando ti strofini al suolo per giungere alla tua méta. Non so quale sia e non mi importa di saperlo. Tu sei il mio pranzo e io ti divoro!
Perché mai vuoi fare questo? Abbi pietà di me, te ne prego, il tempo di raggiungere quella foglia di gelso e mi nascondo. Ti giuro non mi farò vedere da altri, mi nasconderò sotto di lei e tu non ti sentirai offeso nell’onore: so che devi dimostrarlo agli altri. … Non credere che io non comprenda. …  Sarò pur lento a camminare, a raggiungere un traguardo, ma nella mia lentezza uso il tempo per ragionare: so che tu non vorresti farmi del male, ma sei obbligato dai tuoi simili. Loro per tradizione si nutrono di noi, che per lentezza, non riusciamo a sfuggire alle beccate.
Guardandosi intorno il pulcino trovò dei semi di pera, pensando che, per raggiungere il verme sarebbe bastato poco, iniziò a tamponare i morsi della fame inghiottendo quelli. E deglutendo, piano si rivolse al verme dicendo.
- Ma anche tu non risparmi nessuno e divori da sempre ciò che ti alimenta! Cose che di preciso io non so! … Anche se spesso, vi vedo fermi su escrementi e, animali morti. Mi sa tanto che vi nutrite di quei putridi alimenti. … Almeno noi mangiamo e divoriamo carne viva: fresca, voi invece siete in cerca di roba vecchia in avanzata putrefazione.
Per leggerlo andare su LULU.
Cristofaro Cingolo        

giovedì 5 aprile 2012

Buona pasqua: ... buon passaggio.



La pietà


Il figlio sa cosa lo aspetta, il padre lo ha preservato per questo.
Berrà il calice amaro della sofferenza con fine la morte, con la certezza di aver fatto la volontà di chi l’ha fatto nascere per mostrare al mondo di poter sconfiggere tale  morte, con la resurrezione.
Per la madre, la sofferenza e la morte del figlio, resta tale pur credendo alle parole del  figlio, quando afferma, di dover fare la volontà del padre e di esser nato per arrivare a quel giorno.

Maria non ha dimenticato le parole del vecchio Simeone, insieme alla benedizione il Santo Le parlò dicendo: (Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima).
Lei, Madre terrena, come ogni madre incarnata all’amore del figlio, cui ha tagliato, con sofferenza dal suo ombelico, il cordone che li univa, concepisce diversamente dal padre celeste, cosa sia meglio per lui, non conoscendo il mistero reale del passaggio.

Lei ragiona da madre, sa solo che l’istinto di ogni madre terrena è quello, proteggere da dolore e morte, ciò che ha concepito, seppure questo concepimento sia avvenuto per opera dello Spirito Santo Dio, resta sempre suo figlio.
Come ogni madre, soffre nel vedere la propria carne, partorita con sofferte doglie, assecondare la sofferenza e la morte, per la sola volontà di un padre, il cui pensiero, isola del tutto il pensiero di un padre umano: un padre terrestre non lascerebbe un figlio precipitarsi verso la sofferenza e, andare incontro alla morte, per dimostrare qualcosa che con il passar degli anni ancora non emerge.  

Per quanto divino sia il mistero dei cieli, Lei resta legata alla terra. Diversamente dal padre celeste, per la madre terrena, la perdita di un figlio non è accettabile, anche se questa è annunciata anzitempo da chi è intervenuto su di Lei per farlo nascere.
La sofferenza di un figlio inchiodato alla croce, ti entra dentro e, per alleviare quella sofferenza, avresti preferito prendere il suo posto, schiodandolo e, salendo Tu sulla croce.

Non hai potuto farlo per obbedienza, promettendo al figlio e al padre di essere serva e madre, lì, sotto la croce a guardarlo e a chiederti: perché se tuo padre ti ama, come io, madre ti amo, ti lascia schernire, frustare, e inchiodare a una croce, per farti soffrire e morire, dimostrando ai posteri, che la morte non è morte?

Chi condannerebbe una madre, se per un momento presa dai dubbi, affermasse di non riconoscere il regno del padre, e al figlio prediletto di Dio, preferirebbe sostenere la follia di un figlio pronto a rinsavire pur di averlo vivo accanto a se?

Madre pietosa, che mai scalfita fu la sua fede, resti ai piedi della croce e contempli il volto amato del figliolo, sai bene che non è di questo regno, e la sua morte, redenterà il mondo.
Pietosa madre piena d’amore, cosa ti resta di tuo figlio? Il tempo della nascita, della crescita e della presa di coscienza di non essere di questo mondo.
Ti restano i ricordi degli ultimi momenti, dell'esanime corpo poggiato sulle tue ginocchia. Momenti in cui lo sentivi solo tuo: non dovevi dividerlo col padre: lui te l'ha dato e te l’ha tolto.
Lo accarezzi e lo assisti: sei una madre terrena. Resta il tuo bambino, pietosa gli canti la nenia da lui preferita e che amava tanto prima di addormentarsi.
Chi ti darebbe torto se in quel momento ti sei sentita più madre delle altre volte. Chi sa, se qualcuno avrà sentito la Tua voce affermare a tuo figlio: Io ho bisogno di te figlio mio, carne della mia carne. Non mi importa del tuo regno, io voglio mio figlio.         

Cristofaro Cingolo

lunedì 16 gennaio 2012

Labirinto di sentimenti.



Labirinto di sentimenti.

Il labirinto di sentimenti m’invade. Anima e corpo deviano, attirati dal primo incrocio. … Seguo il corpo, assecondo i passi, oltre non vado. Mi lascio andare e sto: non reagisco e vado. Lì mi attende l’incognito incontro. …. …. È quello di cui parlo e cerco?

Aspiro ad ambiti che non mi appartengono; illusioni frettolose che, una volta pensate e decise, mi pento di portare avanti e lascio stare. … Proseguo e dico: ci penserò domani.

Il concreto, “rifiutato dal sentimento primario” resta nascosto nel labirinto, sia pur virtuale, di chi non crede, lì tra incroci ingannevoli e alte siepi, scelte per nascondere chi in cerca di visibilità, vuole sfuggire al virtuale immaginario per rendere chiara la sua presenza: la sua esistenza.

Decifrabile è il capir, ancor di più è, l’accettar di seguire la perenne solitudine. … Lei, l’ombra, avanza inesorabile e tenta di agguantarmi: è una finta ed io lo so. Schivo la presa: la guardo.

Ferma, poco distante, mi arride è sta lì, gelida, ad attendermi. Al mio fermo, con voce sguaiata mi chiama: lei è sicura, si esalta e con gridi rapaci, pronta mi afferra.

Indifeso, mi attengo al gesto, chiudo gli occhi, e privo di volontà, avanzo “almeno credo” insieme a lei. … Dove mi conduci dannata schiuma? … … Ipocrita lisciva senza senso? …

Chiedo, all’ultimo barlume rimasto a comprenderla, di aiutarmi e difendermi, prima di abbandonare ogni difesa e seguirla.

Sghignazza la perfide illusione, ennesimo miraggio ingannevole; sghignazza, pronta a farmi credere che, la scelta in fin dei conti, in ultimo, sia sola mia. Ubriacato da un debole spirito, inalato per offuscare verità scomode, accenno ad incolparla e dico: “Dannata essenza metafisica, ancora una volta l’hai avuta vinta tu!”. E resto chiuso nell’immaginario labirinto della mia coscienza ad attendere una risposta che mai arriverà. … Stupida esaltazione delle debolezze altrui, se puoi, solleva almeno me dalla colpa di cui mi macchio a mia insaputa: “Ingenuo elemento, nato per apprendere e che, alla conoscenza del piegarsi, rifiuta il concetto suddito”.

Allora! Se mi ritieni un soggetto debole, perché non hai il coraggio di prendermi per mano? Perché tra i tanti, dannata divoratrice dei deboli hai scelto me?

Sperso, impaurito come un bimbo, vago nel labirinto dei sentimenti; ancor non trovo la mano ferma, intenta, pronta a guidarmi. A tirarmi fuori dal labirinto, persecutore infingardo!

Strega d’altri tempi, ombra sovrana che cali sui deboli inermi. Oscura conoscitrice di labirinti mentali, costruiti dentro tenere lacune indifese, di chi aspira a essere messo in luce, abbattendo riserve mentali oppresse, dove il timore d’errare, perseguita l’insicuro.

Merita astio, il non volermi conoscere. Spregevole anatema ti verso addosso; tu che condanni l’essere sol perché, non lo conosci. … Son certo che, il labirinto che mi tiene imprigionato nulla sa di me, e ignora le richieste invocate per tirarmi fuori. Gli parlo e gli do del tu.

Maledetto labirinto, smettila di deviare ed occultare le uscite! Di respingere il conoscermi, e non permettere ad altri di poterlo fare! … Io sono io. E lo grido!!! Smettila di tenermi prigioniero e lasciami andare!



Cristofaro Cingolo