venerdì 25 novembre 2011

25 NOVEMBRE; CONTRO VIOLENZA SULLE DONNE: GIORNATA MONDIALE.


Analisi di uno stupro
La gente non ha molta fiducia in noi psicanalisti. A giusta ragione pensa che non facciamo nulla di utile alla medicina: per lo meno a quella che salva la vita.
Ho scelto questa disciplina, tra le tante, per non restare in un ospedale tra formalina, etere e disinfettanti. Ai guadagni ospedalieri, preferisco quelli cazzuti di malati immaginari, pieni di fisime e masturbazioni celebrali. ….
Possono farmi pena, con le loro stronzate e sensi di colpa. Sfoghi narrati per pentirsi; spesso di pseudo tradimenti, a volte mentali più che reali. …. Mi viene da ridere quando queste stronze di donne, insoddisfatte mi vengono a dire di aver tradito il marito durante la notte con Raul Bova, Richard Gere: povere pazze come se i sogni notturni che le appagano fossero realtà. Cazzo e ci credono per davvero! Non riescono a capire che è frutto della loro immaginazione! … Alcune vaneggiano, per mancanza di sesso: chi vuoi che si scopi queste emerite stronze rifatte con labbra adatte a fare pompini e sederi sporgenti giusti in altezza per essere inculate? … Tante di queste stupide vecchie da salassare, si accontenterebbero di cenciaioli e pescivendoli che, per non pagare una puttana, sborrano senza ritegno, dentro un cesso come loro.
Mia moglie mi accusa di essere un maschilista. Ahi voglia di dirle, sono solo realista e sfrutto l’incapacità di chi ha i soldi e vuole spenderli per credersi vittima di un sistema che le vuole in analisi per calmarle dalla sofferenza per mancanza di cazzi e di noia.
Frustrate a cui basterebbe del placebo per accontentarli. ... “Un vibratore ad esempio”.
Annoiato apro la porta dell’appartamento in cui esercito la professione. I miei pazienti arrivano dopo aver prenotato, oggi, sono solo tre, dovrei sbrigarmi prima del tempo. Così ho anche il tempo di farmi una scopata con la signora del piano di sotto che, in ogni occasione non perde tempo a dirmi: di vivere la sua insoddisfazione sessuale guardando un film porno. Ecco perché preferisco guadagnarmi denari lontano da patologie vere che, una volta a casa, puoi lavarti quanto vuoi, ti resta addosso per un bel pezzo, la schifosa puzza ospedaliera, compresa quella del sangue che, ad alcuni eccita, e a me fa vomitare: mi anticipa la puzza di morte. Alla mente mi ritorna il piccolo problema adolescenziale avuto con mia figlia. … Nadia di 11 anni.
Uscita di scuola, prima di mettersi a tavola, la ragazzina si è avvicinata a me e dice.
-Papà oggi a scuola un ragazzo mi ha toccato le tettine! Sono scappata via e l’ho riferito alla mia insegnante che lo ha preso per le orecchie e l’ha portato dalla preside!-
La prossima volta che ci riprova, tu fai una cosa; prova mettergli la mano sul pisello e stringi chiedendogli di fischiare se ci riesce. … Vedrai, s’inibirà e non ti darà più fastidio. Gli uomini se una donna prende l’iniziativa, di solito perdono ogni velleità di maschio. 
Aperto la porta dello studio, tolgo il taccuino con gli appunti della precedente analisi dalla poltrona su cui si stendono i miei pazienti per i loro vaneggi. … Svuoto la ceneriera riempita dai nevrotici pazienti per sopperire alla carenza affettiva, con boccate di fumo malsano.
Queste persone chi sa perché, più non stanno bene con se stessi tanto più si aggrappano alla sigaretta ingoiando il fumo come antiinfiammatorio celebrale.
Il primo paziente prenotato, soffre di mania di persecuzione lo faccio distendere e lui mi racconta dei tre giorni trascorsi con il dubbio che, sia il suo datore di lavoro, a perseguitarlo per una disputa scaturita da un colle, chiuso senza metterci dentro il vaso di Capodimonte chiesto dalla cliente. Lui sosteneva di avercelo messo, ma dal peso del pacco, era tangibile che non contenesse altro che paglia.
Il secondo rinunciò alla visita, e la terza paziente donna, dopo le prime risposte, si addormentò tutto il tempo che durò la richiesta d’informazioni sugli atti di cleptomania d’analizzare. … Non avevo voglia di stare lì ad ascoltare le difese programmate di chi si porta dietro una persona che paga le sue ruberie nei negozi e lei, fa conto di non saperlo.
Ho preferito lasciarla dormire, immaginandomi presto nel letto della biondona, a cui tra poco avrei dato modo di succhiarmi la minghia. In solo: un’ora e mezza di chiacchiere, avevo guadagnato trecentocinquanta Euro, emettendo una sola fattura da cinquanta, da riportare nei corrispettivi e non consegnata al cliente che mi avrebbe portato altri soldi, e due chiacchiere in più tra tre giorni.
Ero pronto a chiudere la porta, quando una donna sui quaranta, insieme a una ragazza di non più di quattordici anni, che si nascondeva dietro la madre, restò a fissarmi senza entrare. 
- Buon pomeriggio: posso fare qualcosa per voi; cercate qualcuno?-
- Cerchiamo uno psicologo: siete voi?-
- Guardate, … se non avete una prenotazione non posso accettarvi in analisi! … Volete prenotarvi? … Diciamo giovedì … vi va bene giovedì?-

- Mia figlia è stata stuprata: … la notte non riesce a dormire. Il medico di base ci ha detto che ha bisogno di uno psicologo. L’assistente sociale ci ha riferito che quello di routine, in questi casi, non è un gran che, sono pagati dallo stato e non aiutano. Per questo abbiamo scelto voi: … Bastano cinquanta Euro?-
Non potevo lasciarle lì sulla porta, dieci minuti potevo concederglieli gratis, almeno per sapere su cosa dovevo prepararmi. Gli occhi bassi della ragazza, poco più grande di mia figlia Nadia, restarono bassi per tutto il tempo. Si vergognava di guardarmi e questo, mi fece temere il peggio. … Sono un maschilista, ma se toccano, bambini e ragazze indifese, divento un boia che vorrebbe tra le mani chi le tocca, per vivisezionarli senza adoperare anestesia.
Pregai la madre di attendere nell'entrata e di lasciarmi parlare pochi minuti da solo con la ragazza. All'acconsentire della donna, senza toccarla indicai alla piccola di sedersi sul lettino e, se ne aveva voglia, di stendersi mentre le parlavo. Nel frattempo avrei preso appunti e poi avremmo discusso.
La piccola Elisabetta “così si chiamava”, acconsentì e impaurita, senza degnarmi di uno sguardo, andò a stendersi al posto che le avevo indicato.
Nel farlo, dentro i pochi metri che fece, la piccola pur indossando un paio di Jeans, tendeva a tirare giù la maglietta come per coprire una nudità che non c’era. Di sott'occhio la guardavo e pensavo a mia figlia: la piccola Nadia. Come mi sarei comportato se al posto di quella ragazza oggi c’era mia figlia? … 
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Cristofaro Cingolo

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