sabato 19 novembre 2011

FOLLE POETA



                           



Folle poeta

Il poeta tace,
l’assurdo lo confonde,
tace.
Denigra gli irriverenti,
offesi dal poco,
assolve i mesti addii,
irridenti e falsi, a occhi smaliziati.
Opache sono le sentenze dei dannati,
siano essi assolti da pregiudizi,
oscenità e blasfemia.
Il buio è illuminato da false luci,
chi crede e sa, ne sorride e tace,
nel buio c'è il nulla infame,
lo temono gli altri, io no!

Nel buio vedo, vado oltre,
raggiungo me stesso e te.
A te lascio la luce,
il sorgere del sole,
illusione pronta a creare ombre,
a mimetizzare il vero.

Nel sommerso lascio me,
resto lì tra demoni e illusioni,
a tendere la mano,
a cercar appigli strani,
tendenziosi e innocenti righi.

Scritti profetici mai esauditi,
risposte vaghe, senza logiche verità.
Prediligo il buio per ritrovarmi,
e mi ritrovo,
lì dove la luce manca,
e il suono tace, diventando oblio.

Piano dissolvo il mistero,
mi confronto con ciò che nego,
guardo e invidio te, stolto,
anima in pena, desideroso di luce.

Aspiro l’attimo,
nel dubbio ritrovar vorrei,
coscienza e sentimento.
Mi opprime l’essere,
mi rispecchio, non rifletto,
riconoscermi non saprei..

Mi affido al buio per ritrovarmi,
respiro insano,
ecco mi ritrovo!
Resto lontano,
pensando, ... Dio!

Cristofaro Cingolo



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