sabato 29 ottobre 2011

La globalizzazione: la morte dell’individualismo.



La globalizzazione: la morte dell’individualismo.


Ci siamo sentiti arricchiti e per alcuni versi, vicini agli altri Stati più evoluti di noi e per assimilare l’unita unione, abbiamo adottato insieme a tanti, la parola: “GLOBALIZZAZIONE”. Il termine che indica: l’unione mondiale degli Stati.
Stati inglobati e controllati da un unico organismo, per ottenere una divisione migliore delle risorse umane, e controllare le economie attraverso fondi comunitari europei e mondiali.
Un’unione dove, il lavoro, (fonte di guadagno per le multinazionali che, intendono investire poco, e ottenere dal quel poco, lauti guadagni.), viene retribuito, tenendo conto che, gestendo in un minor costo, si produce ricchezza, per le popolazioni a bassi redditi. Asia, Africa ecc.
Certo ci siamo fatti prendere dall’euforia: facciamo parte dello stesso pianeta ed è giusto che si dividano piaceri e disfunzioni planetarie. … SBAGLIATO!!!

Bernard Cassen, fondatore dell'organizzazione contro la globalizzazione -Attac- afferma: (Gli interessi delle imprese multinazionali nella globalizzazione, prevalgono su quelli delle istituzioni democratiche. Queste multinazionali vanno contro l'economia reale delle conquiste sociali dei lavoratori. Che ne subiranno dei peggioramenti sia per le condizioni di lavoro, sia per un aumento della disoccupazione e dallo smantellamento dei sistemi di protezione sociale).

Per Josè Bove, (leader del movimento dei contadini francesi), uno dei primi a contestare in Francia   la globalizzazione, afferma: (La lotta contro la globalizzazione non può essere corporativista ma deve essere una battaglia dell’insieme di quei settori della società che sono vittime di questo processo).

L’individualismo, in alcuni casi, serve per una crescita controllata. I pregi e i difetti di un paese non globalizzato può essere una ricchezza patrimoniale per prodotti propri di qualità extra. E noi in Italia di questi prodotti invidiati dal mondo intero ne siamo pieni. Non abbiamo bisogno di commercializzare in quantità ma in qualità.
La mano d’opera globalizzata, paragonando gli stessi incentivi uguali in tutto il mondo è sbagliato! Parlando dell’Italia. Se iniziamo a riprendere in mano le strutture delle fabbriche, e iniziamo lavori ad alta precisione, utilizzando, meno macchinari e più mano d’opera. In questo modo avremo dei prodotti eccellenti, amati e invidiati da tutti coloro che vogliono il capo esclusivo.
Essendo esclusivi e non proveniente dalla Cina o da altri paesi che producono a basso costo, questi prodotti avranno un costo che tanti pagheranno per qualità e finezza.
Se nelle campagne italiane usiamo, meno macchinari, e utilizziamo più mano d’opera per lavori di controllo, gestione e raccolta dei prodotti, ci saranno maggior richieste di prodotti biologici e sani da tutto il mondo.
Dicasi la stessa cosa per il controllo degli ipermercati, questi sono comodi ma tolgono lavoro ai piccoli negozianti che con due o tre lavoranti, per negozio, occuperebbero in una città di 40000 abitanti, oltre i 2000 dipendenti invece dei 200 nei tre ipermercati. Risorgerebbe l'abbigliamento con salumerie, macellerie, negozi di scarpe con calzolaio, sarti, camiciai, professionisti della scarpa fatta a mano, prodotti con stile e qualità, la stessa che ci ha fatto conoscere nel mondo. Marchi che ci hanno sempre distinto nel mondo.
I Megastore, … Gigastori online, sono l’impoverimento e la morte delle piccole librerie, dei prodotti elettronici individuali.
Questi grandi centri tolgono mano d’opera! Come tolgono lavoro le automatizzazioni di controlli!  Vedi bigliettai, controllori del gas, dell’elettricità, dell’acqua.
Bisogna avere il coraggio di fare un passo indietro e dare a tutti la possibilità di lavorare a discapito della modernizzazione, senza pensare al potere globale che impone il guadagno a basso costo.
Alla fine, tutto questo, non reggerà! E se non si lavora e non guadagnano tutti, ci sarà sempre chi per necessità dovrà delinquere.

La globalizzazione è la morte della civiltà in crescita (non monetaria) mentale e individualista. Bisogna che tutti lavorino e tutti percepiscono uno stipendio adeguato alla vita. Anche se i prodotti costerebbero di più, sarebbero alla portata dei lavoratori.

Cristofaro Cingolo

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